Spazi bianchi interminabili, orizzonti che sembrano dilatarsi e che nemmeno la cornice riesce a delimitare
e contenere e poi le marine, le inconfondibili marine di Ugo Frojo, quasi sospese in un’atmosfera di sogno, eppure nello stesso tempo concrete con le nitide sagome delle barche nei toni dell’ocra e del marrone.
Le marine “incantate” dunque sono frutto d’impegno e fatica ma anche soprattutto di un talento che ha trovato la forma espressiva più congeniale, tanto da catturare l’osservatore sensibile ed attento per trasportarlo in un’atmosfera rarefatta, lontano da ciò che è vile, basso meschino.
L’esperienza artistica di Frojo non si ferma qui; accanto alle marine luminose e diafane, fanno spicco
- in apparente contrasto - i sensuali e possenti nudi di donna che il carboncino e la sanguigna hanno tracciato con forza e violenza, realizzando una femminilità intensa e realistica, mai banale. Anche le inquietanti immagini delle donne di Frojo ci avvincono, intrise come sono dei sentimenti più disparati: amore, malinconia, tenerezza; il pittore ha superato molte intime resistenze per aprirsi di più e svelarci un altro elemento della sua poetica. Se c’è in lui la capacità di farci sognare, c’è anche quella di folgorarci con la percezione di una realtà immediata e profondamente vissuta. |